top of page
WhatsApp Image 2022-05-14 at 14.15.07.jpeg

FISIOPATOLOGIA

Il dolore rappresenta un meccanismo innato di difesa che è finalistico alla sopravvivenza dell’organismo in quanto la sua percezione evoca delle complesse risposte motorie, comportamentali e cognitive atte a risolvere e a prevenire nel futuro la situazione lesiva. 
Basti pensare all’esempio della prima scottatura sul fuoco del bambino: Il dolore dovuto alla lesione termica determina in prima istanza l’allontanamento della parte del corpo esposta, all’elaborazione del concetto di pericolo legato al fuoco ed all’attuazione di comportamenti che in futuro non lo portino più a contatto con la fiamma.
In termini fisiologici parliamo in prima istanza di “nocicezione” (che rappresenta il substrato biologico puro), in grado di evolversi in “dolore” qualora vi sia l’intervento di centri cognitivi superiori.

LE FASI

La genesi dello stimolo dolorifico acuto vede quattro diverse fasi:

TRASDUZIONE

L’origine dello stimolo inizia con l’attivazione di recettori aspecifici chiamati “nocicettori” presenti a diverse densità a seconda dei tessuti: sono ad elevata densità in tessuti come cute e periostio, ma sono totalmente assenti in altri tessuti come quello splenico ed epatico. La loro funzione è quella di registrare la potenziale noxa lesiva e quindi di dare origine allo stimolo nocicettivo. Questo fenomeno avviene attraverso l’attivazione di canali Na+-voltaggio dipendenti che danno origine alla trasduzione del segnale lesivo.

TRASMISSIONE

La trasmissione avviene attraverso due differenti tipologie di fibre nervose: fibre amielinice C (che vedono una trasmissione più lenta, tipica del dolore viscerale) e fibre mieliniche Aδ (che portano messaggi veloci e rapidi, tipica del dolore periferico). Una volta raggiunto il ganglio della radice dorsale del neuromero corrispondente, il messaggio viaggia in diverse fasci nervosi all’interno del midollo spinale, la cui principale è rappresentata dal fascio spino-talamico che connette i centri nocicettivi dei talami alla periferia con intermediazione di iterneuroni posti nelle prime tre lamine della sostanza grigia del midollo spinale.

MODULAZIONE

La modulazione rappresenta un meccanismo di controllo naturale insito all’interno del nostro sistema nervoso centrale. Come per altre strutture, anche le vie dolorifiche presentano delle controparti atte a modulare il segnale in ascesa in modo da consentire il passaggio ai centri superiori ai soli segnali davvero potenzialmente nocivi e non a qualsiasi segnale prodotto dalla periferia. In questo contesto si inseriscono gli interneuroni, le vie modulatrici discendenti (tra le quali la più conosciuta è il “griglio periacqueduttale” nel tronco encefalico) con i loro recettori “mu” deputati al legame con le endorfine prodotte dall’organismo.

PERCEZIONE

Una volta superato l’ostacolo della modulazione, il segnale nocicettivo giunge al talamo e da qui poi può essere trasmesso ed integrato con centri cognitivi corticali e centri sottocorticali che danno origine al vero e proprio concetto di dolore in tutte le manifestazioni fisiche ed emotive che conosciamo.

Queste rappresentano le manifestazioni immediate di uno stimolo lesivo in grado di provocare dolore che, vista l’immediatezza e la rapidità di insorgenza, si può caratterizzare come acuto.
La persistenza della stimolazione nocicettiva comporta anche meccanismi di rimodulazione neuronale che rende la progressione dello stimolo doloroso molto più efficiente e più facilmente evocabile. Questo meccanismo, garantito anche da una diversa attivazione ed espressione genica, comporta l’evoluzione del dolore nelle forme subacute e croniche.

WhatsApp Image 2022-05-14 at 14.15.08.jpeg
bottom of page