
ANALGESIA OPIOID FREE E OPIOID SPARING
La pratica anestesiologica dell’ultimo decennio è caratterizzata dallo sviluppo di percorsi perioperatori atti all’ottimizzazione dell’utilizzo dell’oppiaceo. Con Opioid Free Anesthesia (OFA) si identifica una gestione anestesiologica intraoperatoria che non prevede l’utilizzo sistemico o neurassiale di oppiacei, mentre con Opioid-Sparing Techniques (OST) si intende l’insieme di procedure e condotte farmacologiche finalizzate a minimizzare l’utilizzo degli oppiacei perioperatori. Se OFA rappresenta una estremizzazione non attuabile in tutti i pazienti e in tutte le chirurgie, OST è un monito all’appropriatezza prescrittiva e ad un approccio multimodale al trattamento del dolore acuto postoperatorio attuabile in tutti i pazienti chirurgici.
L’efficacia di OFA e OST è massimale in pazienti ad elevato rischio per complicanze respiratorie oppiaceo correlate come quelli con sindrome delle apnee ostruttive o sottoposti a chirurgia bariatrica. In caso di pazienti in terapia pre-operatoria con oppiacei per patologie dolorose croniche che rendono la risposta e il fabbisogno di oppiacei nel perioperatorio impredicibile, l’attuazione di OST basate sull’utilizzo di tecniche di anestesia/analgesia regionale permette un adeguato trattamento del dolore acuto post-operatorio garantendo la massima sicurezza.
Elemento fondamentale di OFA e OST è l’implementazione di protocolli multimodali basati su l’utilizzo di farmaci con meccanismi d’azione differenti in grado di limitare la stress response all’intervento chirurgico permettendo una rapida ripresa funzionale del paziente nel periodo post-operatorio. Risposta infiammatoria locale, conduzione, trasmissione e modulazione delle afferenze sensitive e prevenzione della sensibilizzazione centrale sono il target dei farmaci comunemente impiegati nella gestione intra e postoperatoria del paziente chirurgico. Con efficacia variabile e differenti profili di sicurezza gli agenti solitamente utilizzati sono paracetamolo, antinfiammatori non steroidi e anestetici locali a cui si aggiungono gli adiuvanti tra i quali quelli più comunemente prescritti sono desametasone, clonidina, dexmedetomidina, ketamina, magnesio e gabapentinoidi.
Il rapporto rischio/beneficio dei singoli farmaci è stato nella maggior parte dei casi ben chiarito, mentre quale sia l’effetto sinergico della loro co-somministrazione è ancore materia di studio. Se il razionale di un trattamento multimodale è evidente, la costituzione del perfetto mix farmacologico lo è meno. Tra l’altro, come sostenuto dal Dr Marco Berti, il problema dolore non può essere risolto da un semplice cook book che elenchi farmaci o interventi, ma solo da una adeguata procedura che consideri paziente, tecnica chirurgica e anestesiologica, ed adeguato controllo assistenziale del paziente: in sintesi una buona organizzazione.